UNA GITA A BERGOLO (Cn)

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Dal tardo Cinquecento, passano sotto il controllo sabaudo e sono infeudate ai conti Calvi di Bergolo. Ricco di fascino è il borgo antico del paese, dal caratteristico impianto triangolare di impostazione medioevale, raccolto attorno alla chiesa parrocchiale della Natività di Maria, di costruzione seicentesca. Bergolo  è denominato “il paese della pietra” perché le sue case antiche sono costruite in blocchi di arenaria estratta da cave locali. Una caratteristica  fascinosa e suggestiva che il consistente sviluppo turistico di questi ultimi decenni non ha cancellato. Al contrario, gli elementi architettonici e decorativi antichi di Bergolo sono stati restaurati e recuperati e oggi l’abitato conserva ambienti e scorci di grande interesse, favoriti dalla posizione panoramica di cresta, sul crinale della collina compreso tra la Valle Bormida e la Valle Uzzone.

Con i suoi 78 abitanti, è uno dei più piccoli comuni d’Italia, ma l’intraprendenza dell’Amministrazione l’ha reso protagonista di alcune importanti opere di riqualificazione turistica e ambientale; l’istituzione di un concorso d’arte, intitolato al paese, ha permesso di arricchire vari angoli di pregevoli opere d’arte contemporanea che, accanto alla pietra, sono testimoni della volontà di innovare senza rinnegare il passato.

 

CENNI STORICI:

 Bergolo, con i suoi circa 80 abitanti, è il più piccolo paese delle Langhe ed uno dei più piccoli d’Italia. Situato a 616 mt s.l.m. sul crinale che divide la Valle Bormida dalla Valle Uzzone, appartiene a quella porzione di territorio del sud Piemonte, che va col nome di Alta Langa. Il suo nome deriva dal tardo latino Bergolum, “luogo dell’erica o brughiera”.

Le prime notizie storiche di Bergolo risalgono al 1091 quando il paese fu compreso nel territorio occupato da Bonifacio del Vasto. Alla morte di questi, avvenuta nel 1130, passa in eredità ai figli e nel 1142 viene assegnato a Bonifacio Minore marchese di Ceva e di Cortemilia. Nel 1184 subentrano i marchesi di Savona e del Carretto, ma nel 1209 il marchese Ottone, con l’assenso del figlio Ugone ne fa omaggio, assieme a Gorrino, Castelletto e Scaletta, al Comune di Asti. Di questo Comune segue le sorti fino al 1322, quando Manfredo II il Vasto lo cede al marchese di Saluzzo, Manfredo IV che lo lascia in eredità al figlio Teodoro nel 1323.

Il 3 Aprile 1532 viene definitivamente assoggettato ai Duchi di Savoia per donazione dell’imperatore Carlo V a Beatrice, madre di Emanuele Filiberto. Nel 1580 divengono feudatari di Bergolo i Valperga ed a questi subentrano gli Appiani nel 1626.  Successivamente ne tengono il titolo comitale il Dott. Giuseppe Adami di Murazzano (1787) e il generale Giorgio Carlo Calvi, marito della principessa Iolanda di Savoia, nominato conte di Bergolo dal re Carlo Alberto nel 1836.

Eretto a Comune autonomo in epoca sconosciuta, nel 1929 viene accorpato al Comune di Cortemilia assieme a Torre Bormida. Riacquisterà la propria autonomia subito dopo la caduta del fascismo, nel 1947.

Bergolo rimane comunque, in tutta la sua storia, un centro a prevalente economia agricola e solo all’inizio degli anni settanta, per fronteggiare il grave spopolamento che sta colpendo tutta la Langa, per opera soprattutto dell’Amministrazione comunale e della locale Pro Loco, inizia un nuovo percorso di ricerca e di sperimentazione che lo porterà ad individuare nel Turismo l’attività che meglio può affiancarsi ed integrarsi con l’agricoltura.

Le sue principali risorse sono l’ambiente e il paesaggio, rimasti incontaminati grazie anche ad una sorta di isolamento in cui lo ha relegato la sua collocazione geografica, fuori dai grandi circuiti di comunicazione, a cavallo tra Piemonte e Liguria, in un comprensorio, le Langhe, che può avvalersi degli illustri nomi di Pavese e Fenoglio e dei rinomati vini e tartufi d’Alba. Ciò nonostante però non è facile porsi all’attenzione e far arrivare “fin lassù” i turisti. Servono idee nuove e forti.

In questo contesto Bergolo individua essenzialmente due filoni: manifestazioni di rilievo, capaci di grande attrazione e recupero diffuso delle proprie tipologie più caratterizzanti. Su questa scia, certo in virtù di un lavoro intenso e coraggioso, Bergolo diviene presto il paese del “Cantè magg” e il “paese di pietra”, riuscendo a farsi conoscere e ad imporsi anche oltre i confini nazionali.

Oggi Bergolo è uno dei paesi dell’alta Langa turisticamente più dotati. Dispone, pur sempre nei limiti di un piccolo centro, di strutture capaci di soddisfare esigenze turistiche diverse, dal campeggio al chalet, dall’ostello all’albergo con suite. E vi si può passeggiare a piedi, in bicicletta o a cavallo, vi si può giocare a tennis, fare il bagno in piscina, bere e mangiare nella più tipica tradizione langarola o semplicemente rilassarsi assecondando le molteplici suggestioni indotte dagli estesi, taciti panorami.

E’ stato scritto recentemente di Bergolo: “C’é un baule pieno di sogni e nostalgie nascosto in una collina della Langa più alta, dove il vento disegna colori e giochi di luce, dove la neve e il sole raccontano di fatiche e voglia di far festa. Per aprirlo basta salire la strada che porta a Bergolo”.


EVENTI E MANIFESTAZIONI

CANTé MAGG: rassegna internazionale di canti e balli della primavera, rifacentesi agli antichi rituali greci del “calendimaggio” ed ai successivi canti di questua medioevali, per giungere fino a noi sulle note della musica etnico-popolare. La prima edizione del Canté Magg di Bergolo risale al 1975.

      La manifestazione si tiene ogni anno l’ultimo sabato di Maggio.

I SAPORI DELLA PIETRA: fiera gastronomica e mostra mercato dei prodotti agroalimentari ed artigianali tipici delle Valli Bormida e dell’entroterra ligure. Derivata dalla tradizionale Festa patronale ne mantiene la cadenza, ma è oggi soprattutto meta di buongustai e ricercatori di genuini sapori.

      La manifestazione si tiene ogni anno il secondo Sabato e Domenica di Settembre.

“BERGOLO: paese di pietra”: concorso d’arte per affreschi, sculture, mosaici, ceramiche e tecniche miste, riservato agli  studenti delle Accademie di Belle Arti o delle Scuole ad Indirizzo Artistico italiane.

      Periodo di svolgimento: Luglio - Agosto.

CORSI INTERNAZIONALI DI PERFEZIONAMENTO MUSICALE E RASSEGNA MUSICALE “BERGOLO: paese di pietra – Concerti d’estate”.

      Periodo di svolgimento: Luglio – Agosto.

DOVE SI TROVA: In posizione dominante, arroccato sull’estremità a nord del crinale che separa la Valle Uzzone dalla Val Bormida, Bergolo prende il nome dalle brughiere che lo circondano. Tradizionalmente si assegna l’origine del nome di Bergolo alla tarda latinità con il significato di “luogo dell’erica o brughiera”, E’ tuttavia più vicina alla realtà l’ipotesi che l’origine del nome sia molto più antica e da individuare nella radice celto-ligure di “berg”, cioè “montagna”. Bergolo, sulle colline più alte di Langa, viene testimoniato per la prima volta in un documento del 1091 quando l’abitato e le sue terre entrarono a far parte delle proprietà di Bonifacio di Vasto.


La cappella romanica di S. Sebastiano  (sec. XII)

      La cappella di S. Sebastiano, già antica parrocchiale di Bergolo, domina le vedute del paese e le ampie panoramiche sulle valli Bormida ed Uzzone. Questa posizione sopraelevata (mt. 650 s.l.m.)  ed il carattere del sito, in cui risalta la pietra locale di tombe e muretti emergenti dal terreno o dal prato, determinano le basilari qualificazioni paesistiche di questo territorio.

       La cappella (originariamente dedicata ai Santi Sebastiano martire ed Antonio abate) presenta sostanziali forme architettonico-decorative romaniche, che verosimilmente ne indicano l'erezione nel XII secolo.

       Disposta con l'abside semicircolare volta a levante ed il fronte principale a ponente (quindi secondo il vetusto, sacro orientamento est-ovest dell'asse maggiore), la fabbrica romanica di Bergolo, pur nella modestia della struttura architettonica, evidenzia una pregevole ricercatezza compositiva dei volumi e delle stesse murature, nonché una certa eleganza nelle decorazioni. Le finestrelle a feritoia, le teorie di arcatelle cieche che quasi per intero percorrono i prospetti laterali e l'abside, insieme con le lesene che in esse si concludono, movimentano l'aspro tono uniforme dei muri in pietra arenaria a vista. E' un'architettura acre ed essenziale, come la terra, l'alta Langa, che da quasi un millennio la ospita.

 -     La chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine   (1632-1634)

La chiesa della Natività di Maria Vergine venne eretta ex novo nello spiazzo del borgo, su cui si affaccia pure l'ex oratorio della Confraternita (odierna sede municipale) tra il 1632 ed il 1634. Infatti nell'atto della Visita pastorale del vescovo di Alba, Mons. Gandolfo, del 1634, si constata che esiste funzionalmente «novam ecclesiam sub titulo Nativitatis B.M.V.».

Gli Ordinati e gli atti amministrativi della Comunità nel corso del Seicento ci attestano di vari lavori e  realizzazioni di arredi liturgici per la nuova chiesa, eseguiti a partire dal 1659 fino a tutto il 1728.

Oltre questo periodo non si registrano purtroppo altri interventi migliorativi sulla struttura fino verso la fine degli scorsi anni ’80, quando grazie alla sensibilità del reggente Don Mario Arione, a cui si sono affiancate l’Amministrazione comunale e l’associazione Pro Bergolo, si è cercato di porre almeno parzialmente rimedio alle gravi devastazioni che il sacro edificio, per cause e mani diverse, nel tempo aveva subito.

Oggi si può dire che la costruzione ha riassunto quasi totalmente le sue connotazioni originarie sia all’interno, dove sono stati ripristinati i decori, sia all’esterno, dove sono stati riportati a vista i muri in pietra arenaria.

Pala raffigurante “Madonna col Bambino, Sant'Antonio da Padova e San Sebastiano martire”      (c.a 1616-1631)

La pala seicentesca è stata restaurata nel 1998 presso l'Istituto Statale d'Arte di Gubbio, con l'assenso della competente Soprintendenza. Per alcuni decenni, nel secolo XVII, ha costituito la principale immagine sacra di cui la collettività locale aveva dotato l'antica parrocchiale di S.Sebastiano (ora cappella cimiteriale).

L'origine dell'opera pittorica è correlata alla situazione storico-religiosa di Bergolo nella prima metà del Seicento. L'esecuzione del dipinto dovrebbe infatti essere avvenuta, contestualmente a lavori al sacro edificio (che era stato interdetto) attuati a cura della Comunità, tra il 1616 (fine degli avvenimenti bellici tra Francia e Spagna, che coinvolsero l'Alta Langa) ed il 1630-'31 (forte diffusione della peste).

L'autore dell'opera pittorica, che è dotata di una fregiata cornice lignea, non è noto. Tuttavia va identificato tra gli artisti attivi nelle Langhe nella prima metà del Seicento. Un'ipotesi intrigante ci porta a suggerire quale artefice della pala bergolese il pittore Domenico Tortoroglio di Cortemilia, autore di una pittura murale nella chiesa di S.Martino a Gorrino di Pezzolo Valle Uzzone.

La borgata Bergamaschi e i piloni votivi

La Borgata Bergamaschi, mantenuta quasi integralmente nelle sue connotazioni originarie, con le case ed i viottoli in pietra arenaria, rappresenta nel suo insieme un raro esempio di borgo rurale medioevale.

Collocata sulla riva destra del fiume Bormida è attualmente collegata al paese da una comoda strada asfaltata, ma fino a non molti anni fa (metà anni sessanta) era raggiungibile dal paese solo attraverso un’antica “caretera” che, partendo dal crinale della collina, puntava giù dritto verso il fondo valle, fendendo boschi, boscaglie, prati, seminativi, ecc. quasi come una scure. E’ tuttora così questa strada ma nella modernità ha assunto una connotazione molto più positiva, quasi un cimelio attraverso cui ritrovare e ritrovarsi con sé stessi e con la propria storia.

La stessa cosa che si può dire dei piloni votivi, insostituibili testimonianze dell’architettura e della religiosità contadine che, collegati tra loro da strade e sentieri, possono costituire la meta preziosa di tutta una serie di passeggiate ed escursioni, da farsi a piedi, in mountain-bike o a cavallo, attraverso i fascinosi boschi e le brughiere che già costeggiarono le “strade del sale” e le antiche “vie del mare”.

I murales, opere pittoriche e sculture, collocate negli angoli più suggestivi e sui muri delle case del concentrico. Derivano dal Concorso d’arte “BERGOLO: paese di pietra”, rivolto ai giovani regolarmente iscritti ad una Scuola ad indirizzo artistico (accademie, licei ed istituti) che il Comune e la Pro loco bandiscono, a livello nazionale, ininterrottamente dal 1993. Attualmente le opere esposte sono una quarantina e costituiscono una vera e propria galleria d’arte permanente all’aperto


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