Lauriano
e’ un paese precollinare. Si estende su un territorio di complessivi
1417 ettari, in parte pianeggiante ed in parte collinoso.
Nella parte piana, che si estende verso Nord, sorge l’abitato di
Lauriano capoluogo. Essa si spinse verso il Po, oltre la strada statale,
ed e’ destinato all’agricoltura, con preminenti coltivazioni di grano,
mais e foraggi, mentre in aree addossate alla statale vi sono
insediamenti industriali. La zona collinosa comprende il promontorio del
Romitorio, separato da una valletta, solcata dal Rio Abramo e
dalle catene collinose sulle quali sorgono gli abitanti della frazione
Piazzo e delle borgate Torrione e La Pietra, e sui versanti sud le
borgate Balletta, Berna e Novaresi.
L’altitudine media del capoluogo e’ di 175 metri, con un minimo di 162
metri sul Po. Nella frazione Piazzo e nelle borgate e’ di 330 metri, con
un massimo di 439 al Becco della Guia di Piazzo.
LAURIANO
(già Lavriano) compare con la denominazione “Lavriana”
nell’editto (7 maggio 999) emesso da Roma dall’imperatore
Ottone III.
Il borgo di Lauriano ebbe
molte traversie militari (saccheggi, occupazioni, incendi,
distruzioni) da parte degli occupanti di turno, milizie e
soldatesche che scorazzavano per il Monferrato e il Piemonte,
specie intorno al 1625, in dipendenza degli assedi al castello
di Verrua (spagnoli, uomini di Tommaso di Savoia, del
Marescallo Villa, del comandante Vialles, del Reggimento
“Novara”). Gli abitanti furono sempre
poco più di un migliaio, anche se dopo la grande alluvione del
1835 erano rimaste in piedi solo 40 case.
Ma é
da annotare qualche riferimento storico di epoca romana in
quanto il territorio di Lauriano era interessato dalla città di Industria
(elencata fra le “nobilia oppida” da Plinio Il Vecchio nella sua
Naturalis Historia, insieme con Libarna, Dertona, Iria,
Vardacate, Pollentia, Alba Pompeia, Asta, ecc.) che sorgeva
nella zona di Lauriano /
Monteu, dove imponenti
sono i reperti archeologici.
La meridiana
Misuratore del tempo nel corso dei secoli, quando era la
luce naturale a cadenzare il lavoro e la vita, l’orologio
solare fu il punto di riferimento per ogni attivita’
dell’uomo. Veniva costruito sui campanili, su facciate di
chiese, su abitazioni signorili,su castelli nobiliari, nei
chiostri dei conventi…Anche nel paese c’erano due meridiane:
una sul vecchio campanile della chiesa parrocchiale,
demolita nel 1929 in seguito al suo innalzamento; l’altra
sulla facciata della casa dei signori Abena in via Viale 7,
scomparsa negli anni '50. Dal '91 a Lauriano c’e’ una nuova
meridiana tipicamente piemontese che, sormontata
dall’immagine del sole ridente, richiama l’attenzione al
moto degli astri e alle bellezze dell’universo.
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Vita sullo stradone:
Lo “stradone”, ora strada statale n.590, fu aperto nel 1788 come strada
militare, quindi ricostruito ed ampliato nel 1835 con la denominazione
“strada nazionale Torino - Casale”.
Sul nuovo stradone hanno transitato pedoni, carri,carrozze, biciclette
ed una linea di tram a cavalli (1877), sostituita poi dalla linea
tranviaria a vapore (1883 - 1931 ), a cui segui’ quella elettrificata
che funziono’ fino al ’49. Nonostante questo servizio, la maggior parte
della gente comune per spostarsi da un paese all’altro o recarsi in
citta’, continuava a camminare, anche scalza, percorrendo lunghe
distanze su strade ghiaiose o infangate.
Trasporti sul Po
Da un documento del 1° aprile 1780 (Archivio di Stato di Torino)
rileviamo che il Comune fin dal 1587 inizio’ le trattative col Duca
Guglielmo di Mantova per la costruzione e il mantenimento di un porto
natante (traghetto) sul Po. In questo scritto non compare la data di
costruzione del porto, pero’ risulta che nel 1636 esso era gia’
operativo. Il porto natante opero’ fino al 1914. Dal ’15 la traversata
avvenne tramite barca, cosi’ poterono continuare gli scambi commerciali
e gli spostamenti di interesse reciproco tra Lauriano e Verolengo. A
proposito del Po, ricordiamo che il nostro grande fiume fu anche causa
di molte alluvioni. L’evento piu’ grave a nostra memoria avvenne nel
novembre 1994 quando, dopo giorni di intensa pioggia, molte zone del
Piemonte furono inondate con perdite di vite umane e gravi danni ad
abitazioni, fabbriche, ponti e colture.
(continua...
STORIA) |