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Da Torino Da Milano
Garavoglie, Gerbidi, Mariette, San Giacomo Mandria Castell'Apertole Colombara CHIESA PARROCCHIALE S.LORENZO
CHIESETTA TEMPLARE D'ISANA
S. FRANCESCO D'ASSISI La chiesa di si presenta disposta lungo l'asse est-ovest con accesso ad ovest sulla via pubblica. La facciata principale ha finitura ad intonaco tinteggiato, mentre i prospetti laterali mostrano la composizione strutturale della muratura in laterizio pieno. All'interno appare illuminata da finestre a conchiglia e loculi circolari; le volte laterali si mostrano riccamente decorate cos� come gli elementi strutturali, quali trabeazione e pilastri. CHIESA DI S.CRISTFORO Situata al bivio tra via del Molino e via Leone Giordano la piccola chiesa di San Cristoforo � caratterizzata da un pianta ottagonale e dal paramento murario in laterizio a vista, interrotto solamente a livello del portico antistante l'ingresso, di realizzazione postuma. si accede da est e l'interno, se pur scarsamente decorato, risulta buone condizioni di conservazione, completamente intonacato e tinteggiato. Coperture manto di copertura in coppi antichi su orditura... CONVENTINO DI LORETO
Nel 1870 a cura del conte Arturo Perucca Della Rocchetta i fabbricati furono adibiti ad abitazioni private, e la chiesa fu frequentata dai fedeli solo nella festa annuale. Nel 1896 la fondatrice delle suore di S. Maria di Loreto, Suor Natalina Bonardi, acquisto' il fabbricato che divenne la Casa Madre della congregazione. Successivamente la casa venne venduta. Nel 1988 - 1989 la Congregazione ha riacquistato il complesso di Loreto per ricavarne un centro di spiritualit� e beneficio di tutta la Chiesa. CHIESA S. GIOVANNIDECOLLATO (o della Misericordia) CHIESA DI SANT'ANDREA - CHISA SANTI PIETRO E PAOLO CHIESA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA CHIESA SANTA MARIA DELLE GRAZIE CHIESA DELLA BEATA VERIGINE DI LORETO Tra i prodotti tipici della zona vi � il riso come il Panissa, il pi� tipico dei risotti vercellesi, poi altri buoni prodotti della terra e della tradizione rurale come i fagioli, le cotiche, il battuto di lardo, aromi e salam d�la duja.
Tra i dolci i la pasta frolla dei bicciolani, friabili biscotti aromatizzati con cannella, cacao e chiodi di garofano, la tartufata una torta di panna e crema, con la base guarnita con granella di nocciole, e ricoperta da vaporose sfoglie di cioccolato con zucchero a velo, le miacce, cialde, sottilissime e croccanti, servite con il miele, il gorgonzola, la marmellate, lo speck, e con la toma valsesiana. L�area occidentale della territorio ha un particolare talento per la produzione ortofrutticola: prosperano asparagi, zucchine e kiwi ma soprattutto le pesche a polpa bianca che di recente hanno ottenuto il marchio di tipicit�.
Per la loro preparazione
si utilizza un�antica macchina in ferro, e la ricetta, tramandata da
tempo immemore � composta da ingredienti conosciuti solo dai mastri
pasticcieri locali. Semplice e scenografica: piace a tutti per quel suo sapore dolce ma delicato, con tutto l'aroma delle nocciole. E' una variante a quella classica al cioccolato gianduia.
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Livorno Ferraris � gemellato con la comunit� francese PONT DE CHERUY Santo Patrono San Lorenzo 10 Agosto
NOTIZIE STORICHE
Per tracciare un profilo storico di Livorno, pur avendo reperti giustificanti un insediamento in epoca romana e tardo antica, bisogna risalire alla fine del X secolo, con il diploma di Ottone III, datato 7 maggio 999, con il quale vennero confiscate le terre di Arduino e dei suoi alleati tra questi Aimino e Goslino di Livorno, per donarle al vescovo di Vercelli Leone I. Sotto la giurisdizione dei vescovi di Vercelli, ribadita da diversi diplomi imperiali, Livorno resta sino al 1243, epoca in cui venne ceduto, dal legato pontificio cardinale Gregorio di Montelongo, al Comune di Vercelli che lo fortifica e lo erige, nel 1254, in Borgo Franco. A questo periodo risalgono il Torrione d'entrata (Parsun, ristrutturato nel 1388), la parrocchiale di San Lorenzo, testimone nella sola parte bassa del campanile, la cella benedettina di sant'Andrea al cimitero (rimaneggiata nell'800) e la Chiesa di Santa Maria d'Isana, pressoch� integra nella forma, appartenente ai Templari prima ed ai Gerosolomitani poi. Verso il 1310 passa sotto il dominio del Monferrato e partecipa alla buona e cattiva sorte del marchesato e del susseguente ducato per tutto il periodo della sua esistenza, ricevendo in cambio della buona sudditanza diversi privilegi: bealera di Livorno (1465) libert�di caccia (1499), le fiere e il mercato del sabato (1519). Nel 1332 vengono redatti gli Statuti locali, in sostituzione dei precedenti del 1238, pregevole trattato giuridico e civico che regoler� il sistema di vita dei Livornesi per oltre quattro secoli. Alla fine del 500, il livornese Clemente Fera, vicario generale degli Agostiniani di Lombardia, fonda a Livorno il convento agostiniano e posa la prima pietra della Chiesa di Santa Maria delle Grazie (1591). Il seicento � il secolo pi� travagliato: guerre e peste sono all'ordine del giorno. A ricordo del periodo viene posta una lapide, datata 1622, nella chiesa di San Giovanni Decollato. Nel contempo sorgono il convento dei Cappuccini (1623), il romitorio di Loreto (1625) e, forse, nel 1630 la chiesa di San Rocco sul luogo del lazzaretto, su preesistente oratorio. Nel settecento torna la calma e con essa la voglia di rinascare; un notevole incremento dell'agricoltura porta ad un totale rinnovamento delle coltivazioni: il riso soppianta sempre pi� la pastorizia e le coltivazioni del frumento e della vite; in parallelo si moltiplicano e si modernizzano le botteghe artigiane, principalmente quelle dei fabbri e dei falegnami, che daranno prova di valente perizia nel rifacimento della parrocchiale. Iniziata nel 1728 dall'architetto livornese Giuseppe Castelli e terminata dal figlio Filippo nel 1778, la parrocchiale di San Lorenzo � il monumento pi� importante e pi� maestoso del paese (terzo per grandezza dell'intera diocesi eusebiana). Varcato il secolo, problemi sociali e patriottici si affacciano prorompenti: nascono l'ospedale (1842) e le societ� operaie, mentre nel 1859 Livorno si trova ad essere l'epicentro del "laco non geografico" che fermer� l'avanzata austriaca. Il novecento � storia dei nostri giorni, delle conquiste sociali, delle grandi guerre, del boom economico che nell'ultimo dopoguerra ha trasformato l'economia da rurale in misto industriale, con tutte le problematiche ad essa inerenti. La data pi� importante da ricordare � il 1925, anno in cui Livorno rinasce come LIVORNO FERRARIS. IL PATRIMONIO ARTISTICO Livorno, con le sue frazioni, conta ben 21 chiese ed almeno 11 palazzi storici, un museo, dedicato ai fratelli Adamo e Galileo Ferraris, e diversi monumenti tra cui uno dedicato a Galileo Ferraris (Ildebrando Bastiani, 1902) ed un altro dedicato ai caduti della prima guerra mondiale (Luigi Gariboldi con bronzi di Attilio Gartmann, 1920). Il centro abitato del capoluogo � ricco di testimonianze architettoniche che costituiscono il patrimonio culturale che la storia, attraverso i secoli, ci ha trasmesso in eredit�. Ecco snodarsi, in una teoria di portici medievali e settecenteschi, palazzi rinascimentali e barocchi che invitano i livornesi a riflettere sui tesori del passato e i turisti a sperimentarne il fascino.Palazzo Ciocca (sec. XIV-XIX), gi� castello di Coziano, quindi palazzo Montiglio, Della Valle, Bersani, Corio ed attualmente sede degli uffici comunali. Palazzo Ferraris (sec. XVI-XIX-XX), sede ufficiale del Consiglio Comunale e del Museo Sacrario Ferraris (casa natale dei fratelli Adamo e Galileo Ferraris) oltrech� della Biblioteca Civica e dell'Archivio Storico. Palazzo Tavallini (sec. XVIII), gi� Perucca della Torre; Palazzo Buzzi (sec. XVI-XVIII), gi� Perucca della Rocchetta, quindi Botto; Palazzo Celidonio (sec. XV-XVIII), gi� Tarachia de Giordani, quindi De Gregory di Balduch; Casa Parrocchiale (1666) con tipico loggiato rinascimentale; Palazzo Sismondi (sec XIX), fin de secle, inizialmente casa della giovane, quindi ricovero per donne anziane ed ora oratorio parrocchiale. Particolare interesse rivestono infine le tenute agricole del Murone (ritrovamenti archeologici di epoca romana), Colombara (tipica grangia fortificata con ingresso turrito e chiesa cinquecentesca, parrocchiale dal 1571) e Castell'Apertole (Palazzo Chiablese, chiesa di San Rocco con urna di Santa Cristina, mandria e case coloniche settecentesche). MUSEO SACRARIO "G.FERRARIS" Alla raccolta e all'esposizione di documenti e oggetti in memoria di Galileo Ferraris si dedic� principalmente uno dei suoi discepoli, Carlo Mont�. A lui si devono l'allestimento e la documentazione fotografica delle mostre commemorative gi� menzionate e del Museo di Livorno. Fu lo stesso Mont� che accorse a Como per recuperare i cimeli danneggiati nell'incendio che colpi l'Esposizione Elettrica del 1899. II danno pi� grave era toccato
proprio ai preziosi modelli di motori a campo magnetico rotante, ideati
da Galileo Ferraris e costruiti dal modellatore della Scuola di
Elettrotecnica, Clerici. I loro resti, conservati presso il Museo
Industriale di Torino, andarono poi definitivamente perduti nel
bombardamento che colpi la sede del Museo nel 1942. Le serie conservate presso I'IEN di Torino e presso il Museo di Livorno fanno parte di queste copie storiche, eseguite ancora presso la Scuola. All'ingresso del Museo, una storica lapide, in marmo verde di Roja con iscrizione dorata, ricorda la donazione al Comune della casa natale di Galileo Ferraris. Nel 1997, e stata aggiunta una lapide commemorativa del 150� anniversario della nascita e del centenario della morte dello scienziato. L'iscrizione � stata realizzata con procedimento tecnico moderno, su lastre stratificate in marmo di Carrara, che hanno gli orii slabbrati come fogli di carta. Con quest'opera della scultrice vercellese Caria Crosio si e inteso inserire una testimonianza di arte contemporanea nel rinnovato Museo.
A
Livorno ebbero i natali diversi personaggi che hanno spaziato in tutti i
campi delle lettere, delle scienze e delle arti. Ai fratelli � dedicato il Museo Sacrario Ferraris posto al piano terra del Palazzo omonimo. Il pittore ducale Giacomo Rossignolo (1524-1604) ed i pittori locali del seicento: Giacomo Antonio Lisca e Agostino Parolio; l'architetto Giuseppe Castelli (1703 - 1776) progettista della parrocchiale; gli ecclesiastici: Carlo e Clemente Fera, agostiniani (sec XVI) con cariche generalizie a Roma; Tommaso Piolatto (1549-1620), terzo vescovo di Fossano; Michelangelo Cortellia, priore a Crea (sec. XVII) e autore di una storia del Santuario; fra Francesco Maria (Polatto) da Livorno, cappuccino, morto nel 1666 in odore di santit�; Giovanni Battista Canobio (1617-1677) fondatore dell'Opera Pia Canobio in Villanova Monferrato; Giuseppe Maria Perucca, canonico, deceduto nel 1737, fondatore della Casa di Loreto; Giovanni Angelo Bergancini (1754-1809), canonico e filosofo di idee portoregaliste (Port Royal), ideatore del ginnasio livornese; Nicolao Sismondi (1815-1894), prevosto di Livorno e fondatore dell'Istituto che porta il suo nome; Lorenzo Bonaudo (1922-1973), missionario in Cina; i letterati: Giacomo Cortellia e Antonio Stillio, poeti cinquecenteschi, Giovanni Necco (1895-1961) poeta e cattedratico, Francesco Antonio Nicolina (1716-1776), storiografo,Teresa Pretti (1885-1954), scrittrice in lingua francese; il tipografo itinerante Francesco Garrone (sec XVI); il giuresconsulto Rolando della Valle (sec. XVI), presidente del senato di Casale ed autore di importati testi giuridici; Giovanni Domenico Polatto, giuresconsulto e pur'esso presidente del senato di Casale, benefattore in patria e munifico mecenate della chiesa di Pozzo Sant'Evasio (1666) edificata su disegno di Sebastiano Guala; l'educatore Francesco Grassi (1852-1930) ricercatore scientifico; i musicisti: Angelo Clemente Ghiotto (sec XVII); Giuseppe Capitani (1843-1890), soprannominato "lo Strauss italiano"; don Lorenzo Gioanina (1889-1973) ideatore della notazione rotonda nella musica gregoriana; Aldo Gaspardino (1908-1992) lodato autore di ballabili; i militari: Giacomo Francesco Garrone (1658-1723), colonnello delle truppe pontificie e governatore di Urbino; Michele Stillio (morto nel 1697) luogotenente in Roma; entrambi benefattori; Giuseppe Rigasso, martire mazziniano (1803-1833); Germano Bergancini (1833-1912), unico vercellese dei "Mille"; Pietro Antonio De Giorgis (1841-1917), generale dei RR.CC.; Enrico Possis (1891-1985), colonnello eroico e sindaco di Livorno per pi� di quindici anni; e, per finire, Guglielmo Borselli (1827-1910); Camillo Corio (1856-1926), figlioccio di Cavour; e Angelo Lavarino (1922-1980), munifici benefattori dell'Ospedale livornese. Giuliano Maria Teresa pittrice vercellese della corrente dei pittori impressionisti piemontesi Maria Teresa Giuliano Francese � nata a Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli e nel suo paese natale vive e opera in Frazione Gerbi
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IL COMUNE:
CENTRALINO:
0161 477295 Email PEC info@pec.livornof.it www.comune.livornoferraris.vc.it SCUOLA MATERNA (DELL'INFANZIA) Via Roma, 1b - Cap: 13046 SCUOLA ELEMENTARE (PRIMARIA) ISTITUTO COMPRENSIVO (Materna,
elementare e media) SCUOLA MEDIA (secondaria
di i grado)
E' il percorso ormai conosciuto con il nome di Percorso del L�lo, ideato dal Gruppo Podisti Livornese, Associazione Liburnum, Pro Loco e realizzato con il sostegno del Gruppo Fidas Livornese, altre associazionilocali e dall'assessorato allo Sport del Comune e inaugurato il 30 maggio del 2004. E' costituito da 3 itinerari: del Lolino, pi� breve di 2, 300 Km; dei Gerbidi di 3, 200 Km e del L�lo di 6,300 Km.
Coniuga infatti sport, ambiente e valorizzazione del territorio, permettendo di osservare e ricavare informazioni da un lato sulle radici storiche dei luoghi (frazioni, costruzioni, strade), sugli avvenimenti storici che avvennero in queste zone (come testimoniano il vicino complesso di Leri Cavour, il principato di Lucedio, l'antica Strada delle Grange, Castell'Apertole fu residenza di caccia dei Savoia, il Torrone della Colombara fu dei Marchesi di Pianezza, la chiesa di orgine templare di Santa Maria di Isana), sulle persone che,anche nel passato recente, vissero e lavorarono in queste terre, su cosa di queste radici abbia lasciato tracce nel presente; dall'altro osservare l'ambiente naturale: colture ad acqua e d'asciutto (riso, mais, soia), ambiente dove vivono una serie di animali tipici della zona (insetti, rane, anatre, corvi, poiane, aironi, gallinelle d'acqua, gazze, rapaci, lepri ...) e dove cresce una vegetazione peculiare che si tinge di colori particolari a seconda della stagione; il tutto circondato dalle colline del Monferrato, dalle Alpi, dall'azzurro del cielo. Un percorso unisce la terra dove c'� il sudore della gente, il paese, le frazioni e le cascine dove c'� la vita vissuta in passato e adesso, le strade che da sempre sono un via vai di gente e di storie e aneddoti che legano le persone ai luoghi in cui sono nate e vissute. Ora il Percorso della L�la sar� valorizzato anche dal punto di vista della tutela ambientale. Negli ultimi mesi del 2005 si � ampliato e definito nel tracciato ed � stato inserito tra i progetti di valorizzazione di reti ecologiche promossi dalla Provincia di Vercelli con il sostegno dell'Assessorato all'ambiente del Comune di Livorno Ferraris alla riscoperta dell'ecosistema. Al fine di coordinare e armonizzare le numerose iniziative si � formato un gruppo di lavoro per lo sviluppo del Progetto, che vede la sinergia tra le associazioni che hanno promosso l'iniziativa del Percorso (Gruppo Podisti, Mensile Liburnum, Pro Loco), l'Azienda Agricola Rondolino, la Scuola media, la Consulta giovanile e Comune e Provincia al fine di situare il Percorso in un pi� ampio progetto di reti ecologiche di valorizzazione ambientale del territorio.
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