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RISTORANTE IL VELIERO 

di Rinaldi Gabriele

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Il nome di Guarene ha origine dal centro abitato di “Gorena”. Così era definito nell’XI secolo dopo Cristo l’agglomerato plebeo costruito dagli abitanti di San Giovanni de Villa per sfuggire alle sempre più pericolose incursioni saracene. Situato sulla rocca antistante la riva sinistra del Tanaro, alle porte di Alba Pompeia, era da considerarsi l’ultimo baluardo della diocesi di Asti. Verso la metà del 1300, divennero signori della zona i Rotari o Roero, una facoltosa famiglia di banchieri astensi, che imposero tasse e balzelli che mal erano sopportati dalla popolazione guarenese.

 Questo malcontento portò nei primi anni del 1500 ad una rivolta che ebbe il suo epilogo nella giornata della candelora del 1564 quando la popolazione tentò di uccidere il conte Teodoro II che solo per puro caso riuscì a scampare la brutta sorte, rifugiandosi nella Chiesa di Santa Maria (l’attuale Annunziata) presso la porta di Villa. Fin dal 1200 dominava Guarene un maniero. Quando nel 1631 Guarene fu annessa al ducato di Savoia, questa ormai vetusta costruzione fu sostituita da una sontuosa dimora patrizia progettata dal conte Carlo Giacinto Roero e edificata a partire dal 1726. Dopo la morte dell’ultimo discendente della Dinastia dei Roero, il conte Alessandro, il castello venne ereditato dalla famiglia Provana di Collegno, attuale proprietaria. Per la bellezza del suo paesaggio, Guarene è stata paragonata a Nervi, famosa cittadina ligure.

In effetti, percorrendo a piedi la suggestiva passeggiata denominata “Paramuro”, edificata su parte dei baluardi che anticamente circondavano il borgo, è possibile soffermarsi ad ammirare lo splendido scenario che spazia sulle rocche di Barbaresco e Neive, le cento torri di Alba. Il serpeggiare del fiume Tanaro, le colline della Langa e le Alpi Marittime. Mentre del versante nord- ovest della collina di Guarene si domina tutto il Reoro con il castello di Santa Vittoria, il complesso della Madonna dei boschi a Vezza d’Alba, Montà e sullo sfondo la catena delle Alpi dal Monviso fino al Cervino passando dal Monte Bianco e dal Monte Rosa. Le pendici della collina esposta a sud sono caratterizzate da vigneti e frutteti intercalati da piccoli boschi di robinia, pioppi e querce, quelle esposte a nord sono ricoperte di boschi e frutteti. Nel fondovalle, in particolare nella pianura di Vaccheria, il terreno fertile favorisce la coltivazione intensiva di frutta e verdura. 

Barbera, Roero, Nebbiolo, Favorita e Arneis sono sicuramente i prodotti più noti e universalmente conosciuti, ma ultimamente un vecchio e fino ad ora poco utilizzato frutto, sta allietando le tavole di privati e ristoratori locali. E’ la “pera madernassa” caratterizzata da una notevole rusticità e da una buona fertilità. Il suo frutto è particolarmente adatto ad essere cotto per il suo caratteristico sapore e per la elevata ricchezza zuccherina. La forma del frutto è piriforme, di media grandezza, lievemente appiattita all’estremità. Il colore della buccia è verdastro con sfumature a volte rossastre a volte grigio marrone.

Quattro passi

IL CASTELLO: L’attuale castello, costruito nel 1726, è una delle più notevoli dimore signorili del Settecento Piemontese. Voluto e progettato dal conte Carlo Giacinto Roero, quale sontuosa dimora della propria famiglia patrizia, dopo la morte dell’ultimo discendente della Dinastia dei Roero il castello venne ereditato dalla famiglia Provana di Collegno, attuale proprietaria.  A pianta rettangolare con due avancorpi sporgenti, l’edificio si sviluppa su tre piani, conclusi da un cornicione a spigoli arrotondati sormontato, verso nord, da un attico centinato a finte finestre che conferiscono a tutto l’insieme un effetto di slancio barocco.Esempi di notevole valenza artistica sono rappresentate dalle camere cinesi e dalla camera del Vescovo, mentre in tutte le stanze spicca la compostezza e il rispetto dell’architettura delle forme. Il giardino all’italiana, sul lato sud dell’edificio, è caratterizzato dalla disposizione scenografica delle spalliere di carpini e dei cipressi, che sapientemente moltiplicano il piccolo spazio a disposizione. Vicino al giardino stesso troviamo la piccola cappella padronale intitolata a Santa Teresa.  Quello che impropriamente è definito "Il Castello di Guarene" è una fra le più notevoli dimore signorili del settecento piemontese.  Fu infatti concepito in un' epoca in cui non aveva più ragione d'essere un'opera di difesa, per cui il Conte Carlo Giacinto Roero decise di sostituire l'obsoleto maniero medioevale con una residenza figlia del suo tempo, opera di chi aveva assaporato le delizie della corte sabauda di Torino e si compiaceva del ritorno in campagna durante il periodo estivo.   Fu il Conte stesso a redigerne il progetto, ispirato dall'opera dell'architetto messinese Filippo Juvarra, al servizio dei Savoia (ricordiamo tra le sue opere la facciata di Palazzo Madama a Torino), al quale per parecchio tempo l'opinione pubblica attribuì anche il nuovo palazzo di Guarene. Il vecchio castello medioevale, che si estendeva sul retro dell'attuale, circa nei pressi della cappella privata intitolata a S. Teresa, fu abbattuto tra il 1725 ed il 1726, anno di inizio della nuova costruzione. I lavori si protrassero fino al 1780, ben oltre la morte del suo ideatore e costruttore, avvenuta nel 1749, di cui però vennero scrupolosamente eseguiti i disegni di progetto, ad opera del figlio Conte Traiano Giuseppe Roero. Il complesso costituito dal Castello e dai giardini impressiona per l'elevato talento artistico di chi lo ha progettato, ma anche per l'attuale stato di conservazione e di sostanziale integrità in cui si trova. A pianta rettangolare con due avancorpi sporgenti, l’edificio si sviluppa su tre piani, conclusi da un cornicione a spigoli arrotondati sormontato, verso nord, da un attico centinato a finte finestre che conferiscono a tutto l’insieme un effetto di slancio barocco. L'interno, perfettamente conservato, stupisce per la ricchezza degli arredi e degli affreschi, particolarmente curati nella "Stanza del Vescovo" , interamente arredata con tela "bandera".

Altri esempi di notevole valenza artistica sono rappresentati dalle due camere cinesi, mentre in tutte le stanze spicca la compostezza e il rispetto dell’architettura delle forme. Il giardino all'italiana, sul lato Sud dell’edificio, conserva intatto lo stile dell'epoca, colpendo per la disposizione scenografica delle spalliere di carpino che lo circondano e per la sapiente commistione di siepi ornamentali ed alberi di rose. Vicino al giardino stesso troviamo la piccola cappella padronale intitolata a Santa Teresa.   L'attuale proprietaria è la Contessa Anna Provana di Collegno: la sua famiglia lo ebbe in eredità dal cugino Alessandro Roero che, deceduto celibe nel 1898, chiuse la discendenza di questo ramo dei Roero di Guarene, di Vezza e di Piobesi.

PALAZZO RE REBAUDENGO:Il Palazzo Re Rebaudengo, sito nella piazza principale di Guarene, è un antico edificio settecentesco che conserva al suo interno camere con volte finemente decorate.  Il cortile interno e la terrazza si aprono alla visuale della vallata del Tanaro e delle colline delle Langhe, mentre le numerose stanze interne, alcune delle quali conservano ancora volte finemente decorate, sono caratterizzate da un alternarsi continuo di livelli.  Dopo un profondo restauro il Palazzo dal 1997 è sede di un Museo di Arte Contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l'Arte, offrendo al visitatore un particolare contrasto tra l'arte classica settecentesca e le nuove tendenze artistiche moderne.

LA CONFRATERNITA DI S. MICHELE: La data precisa di fondazione della Confraternita non è nota, ma di sicuro era già esistente nel lontano 1379, anno in cui in essa si radunarono i capifamiglia per discutere e stabilire i rapporti col nuovo feudatario Roero, come testimonia il documento conservato nell'archivio del Castello. Questa primitiva cappella sorgeva pressochè sul sito di quella attuale, ma ad un livello inferiore, con la facciata rivolta verso l'attualòe Via Sismonda. Quella che ci appare oggi è il frutto di successive modifiche ed aggiunte che hanno via via portato la Confraternita all'ìaspetto attuale. Il corpo centrale si può far risalire al 1742, cui vennero aggiunte qualche anno dopo le due cappelle laterali dedicate una, quella di destra, all'Arcangelo Michele, l'altra, quella di sinistra, a S. Antonio. La sopraelevazione su Via Sismonda, che caratterizza non solo la chiesa ma anche l'accesso alla piazza, è collocabile tra la fine del settecento ed i primi anni dell'Ottocento. La facciata su Via Paoletti è stata rifatta nel 1868, mentre il campanile è frutto di due interventi succedutisi a distanza di cento anni a cavallo del XIV Secolo.

CAPPELLA DI S.ROCCO: L'attuale chiesetta è una ricostruzione del 1840 dell'antica cappella eretta fuori le mura come segno di ringraziamento per la cessata pestilenza che nel 1631 falcidiò circa la metà della popolazione guarenese.  Fu detta "San Rocho alla Calcinera" perchè nelle vicinanze sorgeva una ccava di calce, e per diverso tempo  fu inagibile perchè utilizzata prima per deposito militare e poi come deposito di legname. Il 16 Agosto, alla solennità di San Rocco, sono legate in paese antiche usanze quali la processione e benedizione degli animali ( ora spesso sostituiti da macchine e trattori, con relativi conducenti) accompagnate dalla distribuzione del "Caritùn", l'antico pane della carità.

LA PINACOTECA CIVICA DEL ROERO:  Dal 1988, presso i locali della Biblioteca comunale, si trova la Pinacoteca Civica, unica tra i comuni del Roero, tra le cui opere spiccano nomi di artisti come Sandro Cherchi, Francesco Tabusso, Ettore Fico , Francesco Casorati, Luigi Delleani, Dino Pasquero e Carlo Giuliano, attuale direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Torino. E’ disponibile anche un catalogo , curato dal Prof. Giorgio Auneddu con schede biografiche e critiche delle opere presenti, donate dagli artisti che hanno conseguito il Premio di Pittura Comune di Guarene.

LA CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE: E' stata costruita nel 1711, all'ingresso meridionale del paese, dedicandola alla Madonna di Moretta (CN), il cui culto a quel tempo si era diffuso nelle campagne per le molteplici grazie elargite nella guarigione degli uomini e dai bovini dalle epidemie.   Successivamente la devozione si trasformò in quella alla Madonna delle Grazie, titolo che la cappella conserva tuttora ed i cui festeggiamenti vengono svolti all'inizio di Settembre nel giorno in cui si ricorda la natività della Vergine.   Nella Cappella sono conservati numerosi "ex-voto", dipinti di ringraziamento per le grazie ricevute che raffigurano miracolose guarigioni da malattie, gravi incidenti agricoli e, più recentemente, eventi bellici del fronte russo.

LA CONFRATERNITA DELLA SS.ANNUNZIATA:

 Dopo il Castello, è il monumento che più spicca sulla collina guarenese, soprattutto per la sua mole imponente e per la struttura del campanile, inclinato di 45° rispetto alla facciata dell'edificio. Costruita fuori delle antiche mura, fu eretta sull'area di una più antica chiesa tra gli anni 1699 e 1738, su progetto dell'architetto Conte Francesco Rachis di Carpeneto, ed alle sue ricche decorazioni contribuirono numerosi artisti la cui opera si può ammirare nelle stanze del Castello, la cui costruzione risale pressochè alla stessa epoca. Per diverso tempo fu sede di due compagnie religiose, una maschile che vestiva un sacco turchino ed una femminile, le "Umiliate", con abito monacale di colore giallo.   

Il monumento, insigne esempio di architettura sacra del Settecento piemontese, è in stile barocco, caratterizzato dalla planimetria a croce greca (a quattro braccia di uguali dimensioni) e da due altari laterali, oltre al maggiore, dedicati uno a Santa Elisabetta (eretto nel 1748) e l'altro al Crocifisso (risalente al 1738). Le opere di pittura decorativa sono per la maggiorparte dei pittori guarenesi Matteo e Francesco Casoli, mentre quelle figurative sono del pittore torinese Michele Antonio Millocco. Appartiene a questa confraternita anche la tela raffigurante l'Annunciazione, opera giovanile di Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo. 

Oggi la chiesa è oggetto di un accurato restauro, volto a consolidarne la struttura e rinnovare le opere pittoriche dell'interno, tra le quali spicca il disegno della finta cupola centrale.

LA CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE:

E' stata costruita nel 1711, all'ingresso meridionale del paese, dedicandola alla Madonna di Moretta (CN), il cui culto a quel tempo si era diffuso nelle campagne per le molteplici grazie elargite nella guarigione degli uomini e dai bovini dalle epidemie.   Successivamente la devozione si trasformò in quella alla Madonna delle Grazie, titolo che la cappella conserva tuttora ed i cui festeggiamenti vengono svolti all'inizio di Settembre nel giorno in cui si ricorda la natività della Vergine.   Nella Cappella sono conservati numerosi "ex-voto", dipinti di ringraziamento per le grazie ricevute che raffigurano miracolose guarigioni da malattie, gravi incidenti agricoli e, più recentemente, eventi bellici del fronte russo.

GASTRONOMIA

I Prodotti tipici dell'agricoltura guarenese

Sulle pendici della collina guarenese le coltivazioni principali riguardano le viti e le piante da frutta, senza dimenticare i numerosi noccioleti presenti su tutto il territorio che alimentano una buona produzione di nocciole per l'industria alimentare.

Dalle soleggiate vigne si ottengono pregiati vini quali il raffinato e profumato Roero Arneis, il nobile Nebbiolo, il Dolcetto e la robusta Barbera, mentre numerose sono le varietà di frutta prodotte, tra cui spicca la Pera Madernassa.

Nella pianura della Frazione Vaccheria predomina invece l'orticoltura, famosa in particolare per i pomodori, i peperoni, l'aglio ed i prelibati cardi, ingredienti fondamentali della tradizionale "Bagna Caoda".

I Dolci

Oltre alla tradizionale Torta di Nocciole, da gustare accompagnata da crema di zabajone al moscato, ed ai vari dolci legati alla nocciola, vanno ricordate le specialità che vedono la frutta come protagonista. Dalle pesche innnaffiate di Arneìs oppure di frizzante Birbèt, alle crostate di frutta e le prelibate torte di pera Madernassa, frutto che, cotto nel vino e servito freddo, costituisce da solo un ottimo dessert.


Eventi e manifestazioni

MAGGIO:

“Guarene Città Aperta”: il Castello e i monumenti del centro storico del capoluogo aprono le porte ai visitatori, invitati anche a degustare vini e prodotti tipici del territorio. Visite guidate al Castello (Capoluogo)

GIUGNO:

Sagra di inizio estate (fraz. Castelrotto): si inaugura la stagione dei festeggiamenti con l’appuntamento del solstizio d’estate, durante il quale l’attiva borgata guarenese si ritrova per serate in allegria caratterizzate da giuochi e spettacoli teatrali, che si concludono con la tradizionale “Cena sotto il campanile”

LUGLIO :

 Festa Patronale di San Giacomo (Capoluogo): serate in festa con teatro, cabaret, e tanta musica. La domenica la festa si conclude con la tradizionale Vijà, passeggiata enogastronomica per le vie del paese con la partecipazione di musici, artisti di strada e giocolieri.

AGOSTO :

 Fiera di Vaccheria  (fr. Vaccheria): una delle più antiche fiere del Piemonte, oggi rivive con nuove proposte che fanno da contraltare alla classica “bagna cauda” in compagnia, per degustare i miglior ortaggi coltivati sui feritili terreni della vallata

SETTEMBRE

 :Sagra vendemmiale (Capoluogo): oramai alla 24° edizione, conclude la stagione dei festeggiamenti e coincide con la fine delle fatiche campagnole, con la raccolta di nocciole e uva. Serate danzanti, festa della leva, e grande mostra mercato dei migliori prodotti della campagna guarenese, alla riscoperta di antichi sapori. Visite guidate al Castello (Capoluogo): si svolgeranno le ultime due domeniche del mese

OTTOBRE:

Visite guidate al Castello (Capoluogo)

segnalato da

Creazioni grafiche D.J.N Soft & Graphic Services - San Sebastiano da Po - djnsoft@yahoo.it

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