Tra  Langhe e Roero La Provincia Torinese e le sue Valli Alla scoperta del Monferrato

 
...  BENVENUTI   NEL VERCELLESE  E  LA  VAL SESIA ...


A nord, il territorio torna ad espandersi fino a comprendere l’intera Valle del Sesia, fiume che è stato spettacolare teatro dei campionati mondiali di canoa e kayak nel 2002, da sempre amato dagli sportivi per i favolosi tratti destinati alla pratica degli sport fluviali e per le sue ricche acque pescose.


La Valsesia, “la valle più verde d’Italia” si estende ai piedi del Monte Rosa e in inverno soddisfa in pieno le aspettative degli amanti della neve: c’è solo l’imbarazzo della scelta, dagli impianti di Alagna Valsesia, paradiso del freeride, che fanno parte del comprensorio sciistico Monterosaski, ai nuovi impianti dell’Alpe di Mera, raggiungibile in seggiovia da Scopello. Anche gli appassionati del fondo possono scegliere tra varie opportunità: la pista situata nei pressi di Scopello, l’anello di oltre dieci chilometri tra Riva Valdobbia e Alagna e il tracciato omologato per le gare nazionali a Carcoforo.


E non è tutto: la Valsesia offre incantevoli scenari per escursioni e trekking in un ambiente ineguagliabile, in cui le antiche tradizioni dei valligiani si tramandano in perfetta armonia con la natura. Tra i percorsi più suggestivi: l’ascesa al rifugio Regina Margherita, il più alto d’Europa a 4552 m, oppure le passeggiate tra le frazioni walser della Valgrande, della Val Sermenza e della Val Mastallone.
Grandi emozioni anche agli amanti dell’arte e della cultura: a Varallo,

il cuore storico della valle, si possono visitare la Collegiata di San Gaudenzio, il Palazzo dei Musei con la ricca Pinacoteca, il Museo Calderini di scienze naturali, la Casa-Museo Cesare Scaglia e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con il ciclo di affreschi sulla vita e la Passione di Cristo, realizzato da Gaudenzio Ferrari.

Con la moderna funicolare si giunge al Sacro Monte di Varallo, patrimonio UNESCO dal 2004, è il più antico dell’Italia settentrionale; composto da una cinquantina di cappelle che ripropongono la Passione e morte di Cristo con dipinti e statue a grandezza naturale, realizzate da grandi artisti, tra cui Gaudenzio Ferrari e Tanzio da Varallo.


Numerosi sono i musei sparsi per l’intera vallata che custodiscono importanti testimonianze della cultura locale: tra questi, la gipsoteca “Della Vedova” a Rima, la mostra permanente di puncetto a Fobello, il Museo d’Arte Sacra a Campertogno e il Museo Walser ad Alagna
 


...  EVENTI E MANIFESTAZIONI ...
Musica e artigianato, spettacolo e buona tavola, mostre e folklore.

Tante occasioni speciali fra cui scegliere: dai grandi eventi come:

 l’Alpàa a Varallo, i travolgenti Carnevali, il Viotti a Vercelli o ilnelle Terre dei vini, alle Sagre, momenti unici per rivivere le tradizioni contadine, alle piccole, ma non per questo meno importanti, rassegne teatrali o musicali; dagli eventi che invitano alla scoperta dei musei e dei tesori dell’arte locale, alle animazioni per i più piccini, ai momenti di sport

. Ogni giorno dell’anno, un calendario fitto di impegni che rivela un’autentica vocazione turistica.


...  ECONOMIA ...
Il capoluogo valsesiano è Varallo, di grande importanza culturale e artistica, nonché sede della zona industriale più sviluppata del nord della provincia di Vercelli. Borgosesia, città situata a 15 km dal capoluogo, è il centro più grande, ed ospita molti negozi e centri commerciali.

L'economia si basa sul settore dell'industria metalmeccanica, settore particolarmente sviluppato nella Valle: la zona industriale di Roccapietra ne è il fulcro. Un altro settore sviluppato in Valsesia fin dalla metà dell'Ottocento è quello tessile e laniero, con aziende conosciute a livello mondiale dedicate soprattutto alla lavorazione delle fibre nobili, tra cui Loro Piana e Lanificio Colombo.

Un altro settore molto fiorente dell'economia è il metalmeccanico, anche in questo caso con una produzione di rubinetti che si posizionano nell'alto di gamma. In passato molti abitanti emigravano all'estero dove svolgevano attività nella decorazione architettonica.

 Pietro Axerio Piazza divenne il più celebre imprenditore in Germania e Russia nel settore del marmo artificiale. Sopravvive, per tradizione, una piccola fetta riservata al settore primario, con attività legate alla pastorizia.

 Famoso è il vino Gattinara che prende il nome dall'omonima città. Nell'alta Valsesia, le attività economiche sono basate sul turismo estivo e invernale.

L'Alpe di Mera e Alagna sono due stazioni sciistiche, ambedue facenti parte del Monterosa Ski, uno dei comprensori sciistici più grandi d'Europa. Tra i prodotti artigianali sono da menzionare il puncetto e gli scapin.


La Valsesia è una valle alpina della provincia di Vercelli, di cui occupa la parte settentrionale, le cui acque confluiscono nel fiume Sesia, dal quale essa prende il nome.

Nonostante sia situata in provincia di Vercelli rientrano anche 3 comuni della provincia di Novara, quali Grignasco, Romagnano Sesia e Prato Sesia. Considerata la valle più verde d'Italia, ha visto l'insediamento di alcune comunità walser, la cui storia è raccontata nell'Ecomuseo della Valsesia, museo diffuso con sedi in varie località nell'alta valle.

...  Comuni odierni della Comunità Valsesiana ...


La Valsesia si estende dal Monte Rosa fino a Romagnano Sesia e comprende diverse valli laterali, le acque dei cui torrenti confluiscono nel fiume Sesia.

La valle principale, chiamata Val Grande, ha forma di S sdraiata e finisce con l'abitato di Alagna Valsesia. Numerose valli laterali, che prendono il nome dai rispettivi torrenti, si aprono da questa; le principali sono: sul lato sinistro orografico, la Val Mastallone e la Val Sermenza; sul lato destro, la Val Sorba, la Valle Artogna, la Val Vogna e la Val d'Otro. All'altezza di Borgosesia, sempre sulla destra, si estende la Valsessera, una vallata laterale della Valsesia che a livello amministrativo fa quasi completamente parte della Provincia di Biella. Nel suo complesso è caratterizzata da monti molto alti e ripidi che non permettono un grande sviluppo laterale della stessa, come ad esempio in Valle d'Aosta.

Il clima della Valsesia varia profondamente in relazione all'altitudine. In generale, quello che più lo contraddistingue è l'abbondanza delle precipitazioni, che consentono un rigoglioso sviluppo della vegetazione e la presenza di un notevole reticolo fluviale. La bassa valle, quella più direttamente esposta ai flussi umidi meridionali, è anche la zona più piovosa: si raggiungono medie annue di precipitazioni intorno (e talvolta superiori) ai 2000 mm.

Salendo verso l'Alta Valle i valori diminuiscono, fino a toccare un minimo ad Alagna di circa 1200 mm. I valori termici che si raggiungono non sono particolarmente estremi: in inverno si possono rilevare temperature piuttosto basse (<-10 °C) anche nei fondovalle, a causa dello scarso soleggiamento.

 L'estate, in bassa valle, può risultare invece calda e afosa. L'elevata altimetria della Valle garantisce alla neve un ruolo di primo piano: in media, il mese più proficuo è gennaio, con circa 44 cm di precipitazione nevosa fresca.

...  La pianura vercellese...


L’area più a sud è quasi interamente coltivata a riso ed è nota per lo straordinario spettacolo primaverile delle risaie sommerse: la pianura si trasforma in un’immensa scacchiera di specchi d’acqua, qua e là punteggiata di cascine e pioppi; è questo il “mare a quadretti”.
Domina quest’area la città di Vercelli ricca di storia, arte e cultura. Notevoli i suoi tre musei, il Borgogna, seconda pinacoteca del Piemonte, il Leone, con i suoi importanti reperti storici e archeologici e il Museo del Tesoro del Duomo che custodisce ricchissimi reliquiari e oggetti sacri.

Preziose e antiche le sue chiese, tra cui la basilica di Sant’Andrea, raro esempio di fusione tra lo stile romanico e quello gotico, il Duomo dedicato a Sant’Eusebio suo fondatore, con il maestoso crocefisso di epoca ottoniana in legno rivestito con lamine di argento e oro. Di particolare rilievo artistico è la chiesa di San Cristoforo (1515); il suo interno a tre navate è decorato con pregevoli affreschi di Gaudenzio Ferrari: la pala dell’altare maggiore “Madonna degli Aranci”, i cicli sulle vite della Vergine e della Maddalena e la Crocifissione.

...  Preistoria e antichità ...


In epoca preistorica la presenza umana in Valsesia non ha quasi lasciato traccia al di fuori dell'area paleontologica del monte Fenera, nelle cui cavità assieme agli scheletri di antichi animali sono stati rinvenute varie testimonianze umane.

 I resti più antichi sono da riferirsi all'uomo di Neandertal.

 In epoche relativamente più recenti la valle fu occupata da una popolazione che gli antichi sotrici chiamano dei Sicciani, come ad esempio in questo passo di Johann Georg Graeve.

....  LE TERRE DEL GATTINARA ...

Nella zona centrale la provincia si restringe; qui sorgono le colline del gattinarese, note per la produzione delle pregiate uve delle Terre del Nebbiolo del Nord Piemonte che danno origine a importanti vini, apprezzati a livello europeo, quali il Gattinara docg e il Bramaterra doc. Gattinara, principale centro di questa fascia, è sede dell’Enoteca Regionale e del Distretto dei vini dell’Alto Piemonte.


Vino prodotto con il vitigno nebbiolo (biotipo LAMPIA) con eventuale aggiunta di vespolina (max 4%) oppure bonarda (max 10%) purché tali vitigni non superino il 10% totale. Titolo alcolometrico minimo 12,5% e affinamento minimo di 36 mesi di cui almeno un anno in botti di legno. Nella versione riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13%, l'affinamento è di minimo 48 mesi di cui almeno due anni in botti di legno.Abbinamenti consigliati[modifica | modifica wikitesto]

Carni rosse di selvaggina e cacciagione, arrosti, brasati, formaggi stagionati a pasta dura. Ottimo anche utilizzato per cucinare il risotto che prende il nome "risotto al Gattinara".sapore: asciutto, armonico, con caratteristico fondo amarognolo
 


E i dolci? Vanno dai sapori più originali e raffinati alle golosità più irresistibili. Delicatissima è la pasta frolla dei bicciolani, friabili biscotti aromatizzati con cannella, cacao e chiodi di garofano, e incerta la loro origine: forse sono nati nel 1809 dalla fantasia del pasticcere vercellese Carlo Provenzale o forse sono un “ricordo” lasciato dagli austriaci durante del guerre d’indipendenza. In ogni caso, il gusto unico e inconfondibile e il nome, lo stesso della maschera cittadina, ne fanno il simbolo di Vercelli.


La tartufata sembra nata per realizzare i sogni dei più golosi: una torta di panna e crema, con la base guarnita con granella di nocciole, e ricoperta da vaporose sfoglie di cioccolato spolverate con zucchero a velo.
E le miacce, da che parte stanno? Geograficamente, sono nate in Valsesia ma è difficile dire se sono dolci o salate. Semplici cialde, sottilissime e croccanti, genuine e così buone che vanno d’accordo con tutto: il miele, il gorgonzola, la marmellate, lo speck, la nutella ma soprattutto con la toma valsesiana.


 

... PRODOTTI  TIPICI  ...

Il riso domina incontrastato la campagna e la tavola vercellese ma non è l’unico prodotto a fare grandi l’agricoltura e la cucina locale. La rana, ad esempio: il suo destino è simile a quello di tanti piatti poverissimi, poi diventati cibi ricercatissimi e raffinati. Oggi la rana è una prelibatezza protagonista delle tradizionali sagre e dei menu dei ristoranti più rinomati della zona: fritte, in guazzetto o ripiene.


Antica quanto quella del riso, la coltivazione del fagiolo rosso di Saluggia ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’alimentazione. Un tempo detto “carne dei poveri” è oggi l’ingrediente base di molti piatti tradizionali: la panissa vercellese, la pignatta di Cigliano, le fagiolate di carnevale e i più recenti biscotti croccanti. 

La valorizzazione del sostanzioso prodotto è affidato al Consorzio di Tutela. Sempre nel settore legumi, va ricordato il fagiolo di Villata, altrettanto pregiato, che si coltiva nell’area presso il confine con la provincia di Novara.


L’area occidentale della territorio ha un particolare talento per la produzione ortofrutticola: a Borgo d’Ale prosperano asparagi, zucchine e kiwi ma soprattutto le pesche a polpa bianca che di recente hanno ottenuto il marchio di tipicità.


Nell’aria pura della “valle più verde d’Italia” nasce la toma  valsesiana, tipico formaggio a pasta dura o semimorbida, le cui origini risalgono al periodo romano e di cui gli storici parlano fin dal secolo XI. 

Ne esistono diverse varietà, sia fresche che stagionate, anche aromatizzate con spezie, aglio e peperoncino o grazie a un particolare tipo di maturazione come nel caso della toma salagnun, lasciata per mesi nel legno.


....  Un viaggio tra i sapori della terra' ...

Sapori semplici, dunque, ma decisi e genuini, tramandati dall’antica tradizione contadina. Alla base di questa gustosa eredità c’è il riso, ingrediente versatile che trionfa nella Panissa, il più tipico dei risotti vercellesi, affiancato da, fagioli, cotiche, battuto di lardo, aromi e salam d’la duja.


Altrettanto invitanti e gustosi sono i piatti vercellesi non a base di riso:la fagiolata, piatto tipico del periodo carnascialesco (la più grande d’Italia si tiene a Santhià, vicino a Vercelli); le rane, cucinate nei modi più svariati; i fritti di maiale, alimento base nell’alimentazione contadina vercellese, poiché ne veniva consumata ogni singola parte, le frittate “rognose” (col salame sbriciolato) e la ciburea e ratatuja (gustosissime preparazioni di frattaglie di carne e di patate in “bagna”).


Salendo di quota, anche i sapori cambiano: in Valsesia la cucina è fatta di piatti decisamente sostanziosi, inventati per sfidare l’inverno. Qualche esempio? La polenta concia e i capunèt, semplici involtini realizzati con foglie di indivia o verza riempite a loro volta di un trito misto di mortadella, prezzemolo, aglio, cipolla e pane ammollato nel latte, il tutto brasato in burro, un po’ di brodo e vino bianco.

 

Da non perdere gli straccetti, la mocetta, coscia di camoscio trattata come il prosciutto crudo e servita in fette molto sottili, le patate masarai o l’uberlekke di Alagna, un bollito preparato con diversi tipi di carni salate di animali tipici dei boschi valsesiani, talvolta insaporito con verdure o salame.

Tra le altre specialità ricordiamo la gnocca di Rimella, i canestrini di Civiasco, e la turta d’Alagna, un impasto di farina di mais e farina bianca in cui compaiono uova, latte panna, salame, toma, mele e fichi secchi, un abbinamento di sapori insoliti ma caratteristici della cucina valsesiana.